La famiglia Benni

La storia dei Benni nel territorio di Budrio comincia nel 1869 quando Mauro Benni, originario di Marzabotto, si trasferì a Vedrana insieme alla moglie Enrica Cremonini, per gestire in affitto le terre dei Conti Aria in qualità di agente di campagna, diventando via via un grande proprietario terriero. Dal 1869 al 1878 ebbero sei figli, in ordine: Alfredo, Rodolfo, Anna, Demetrio, Maria e Carolina.

 

Mauro Benni ed Enrica Cremonini
Mauro Benni ed Enrica Cremonini

Mauro coinvolse nell’attività i tre figli maschi fin da giovanissimi. Mentre Rodolfo avviò un’attività di salumeria in città, Demetrio e soprattutto Alfredo si concentrarono sull’agricoltura e proseguirono anche dopo la scomparsa del padre. Carolina fu la figlia che rimase maggiormente legata ai genitori e al fratello Demetrio, con cui abitò per tutta la vita, segnalandosi per le molte opere benefiche.

Demetrio nacque a Budrio il 18 ottobre 1873. Dopo la licenza elementare nel 1883 e il servizio militare nel 1892, iniziò insieme al padre e al fratello Alfredo a condurre le attività di famiglia, occupandosi in particolare delle tenute nell’area di Vedrana.


Demetrio Benni

«Demetrio Benni nacque il 18 ottobre 1873 a Vedrana di Budrio, quarto di sei fratelli. Conseguita nel 1883 la licenza elementare presso la scuola pubblica, dopo aver espletato nel 1892 il servizio militare» iniziò a condurre le attività agricole di famiglia insieme al padre e al fratello Alfredo con cui ebbe sempre strettissimi rapporti e con cui «sperimentò nuove tecniche colturali, si specializzò in grandi opere di bonifica, introdusse importanti innovazioni meccaniche, ottenendo così notevoli risultati produttivi. Fra il 1898 e il 1908 maturò brevi ma significative esperienze nella pubblica amministrazione: dal 1898 al 1900 ricoprì la carica di consigliere nella Congregazione di Carità di Budrio, mentre dal 1904 al 1908 all’interno dell’alleanza clerico-moderata guidata da Frank de Morsier, fu consigliere comunale con l’incarico di assessore supplente.»

Quando il padre Mauro morì nel 1908, lasciò in eredità a Demetrio i terreni di Vedrana, che ampliò progressivamente tra il 1911 e il 1926, acquistando dal conte Alessandro De Bosdari altri poderi in precedenza condotti in affitto. Nel 1928 divenne proprietario di Palazzo Banzi a Bologna in via Marsala, dove si trasferì nel 1931 insieme alla madre e alla sorella Carolina.

Demetrio Benni

Le origini della fondazione

«L’impegno di Demetrio a favore dell’educazione infantile sfociò nel 1934 nella costruzione dell’asilo di Vedrana, che gli valse il diploma di benemerenza e la medaglia d’argento conferitigli con Regio Decreto il 28 gennaio 1937. Da allora l’asilo divenne la sua preoccupazione principale».

 

Asilo Benni Vedrana, anni ’30. Patrimonio della Fondazione

L’iniziativa non è un caso isolato. Nel budriese in quegli anni c’erano altri asili per bambini in età prescolare, nati su iniziativa privata: in particolare l’asilo Menarini a Budrio e l’asilo Bonaparte Benni a Mezzolara. Demetrio conosceva bene l’attività delle “Visitandine dell’Immacolata” nell’accoglienza dei bambini in età prescolare, esperienza che durava ormai dal 1884. Così affidò loro la gestione della nuova struttura: nacque un servizio quotidiano ormai fondamentale per i bambini del territorio di Vedrana, dove cresceva il numero dei braccianti e, in generale, delle lavoratrici. In sostanza, il nostro ente esiste di fatto dagli anni ’30, cioè dalla costruzione dell’asilo di Vedrana. Dal punto di vista formale, però, la fondazione nasce nel 1951, a seguito delle volontà di Demetrio Benni, scomparso nel 1942.

Il suo testamento indicava, come erede, un nuovo ente da costituire e al quale conferire gran parte dei propri beni, a partire dai 200 ettari di terreni agricoli nel Comune di Budrio, insieme ai diversi immobili che su quei terreni insistono. Al patrimonio della fondazione erano assegnati anche Palazzo Banzi a Bologna e, naturalmente, l’asilo di Vedrana insieme alla sua area verde.

La fondazione avrebbe garantito, con la metà delle rendite nette, il funzionamento dell’asilo, con l’obiettivo di “raccogliere durante la giornata […] i bimbi degli abitanti poveri della parrocchia di Vedrana […] per somministrare loro nei limiti del possibile, educazione ed istruzione”. E avrebbe sostenuto “cure marine e montane” e “altre opere di beneficenza […] a favore di fanciulli poveri”.

L’altra metà delle rendite andava invece suddivisa in parti uguali tra il fratello Alfredo e il nipote Mauro (erede del fratello Rodolfo). Demetrio indicò anche la forma di gestione della fondazione, cioè un consiglio di amministrazione di tre membri. Nominò componenti a vita il fratello Alfredo, Leone Magli e Gaetano Pizzoli, disponendo che anche in futuro ne facesse sempre parte un suo erede.


Le colonie estive

«Un’importante funzione assistenziale supplementare svolta dalla Fondazione fu il regolare invio dei bambini a periodi di soggiorno estivo presso colonie marine e montane, pratica finalizzata soprattutto a prevenire e a contrastare il diffondersi di malattie dell’apparato respiratorio. Su richiesta delle famiglie e previa visita medica, dal 1950 al 1967, un certo numero di bambini fu ogni anno inviato alle cure. I bimbi soggiornavano presso la colonia marina di Igea Marina e le colonie montane di Sarnonico e Ronzone in Trentino.

 

Colonia estiva ad Igea Marina
Colonia estiva ad Igea Marina anni ’50

Dopo il 1967 il finanziamento di tali soggiorni cessò, non tanto per le mutate strategie d’intervento assistenziale della Fondazione, ma piuttosto per il progressivo miglioramento dell’assistenza sanitaria e delle generali condizioni di vita della comunità di Vedrana.»

I brani virgolettati sono tratti dalla Mostra per i 50 anni della fondazione, realizzata a Budrio nel 2001, a cura di Mirella M. Plazzi e Manuela Cristoni.